“Ci sono differenze tra aumenti ed adeguamenti, ci aspettiamo che anche gli altri sindacati ne tengano conto”. La UIL Scuola RUA reagisce piccata all’apertura di altre sigle ad accettare quello che può essere considerato alla stregua di un “baratto”. “L’aumento di stipendio, in quanto tale, non può essere sottoposto a condizioni” spiega il segretario regionale Marco Pugliese. “Martedì saremo chiamati a parlarne con la Provincia e non avendo firmato il contratto non siamo costretti ad accettare clausole legate alle modifiche dell’orario di lavoro”. Questo, infatti, è il vero nocciolo del problema. “Se in cambio di soldi ci sarà una rimodulazione dell’orario allora bisogna chiamare le cose con il loro nome. Che non è aumento. Semmai l’aumento è del carico di lavoro”.
Il continuo riferimento della politica alla parificazione delle scuole statali con le scuole provinciali, unito alla clausola inserita nel contratto di febbraio, fa intendere ormai chiaramente che la strada intrapresa sia quella che porterà ad un’eguaglianza di condizioni. Tradotto: un aumento delle ore di lavoro del personale a carattere statale a fronte di un aumento minimo di stipendio.
“Il mondo della scuola necessità di dignità e di qualità. I recenti occhi che la politica provinciale punta sul mondo dell’insegnamento, invece, non considerano minimamente gli aspetti pedagogici e educativi ma mirano solamente ad un contingentamento del personale in ottica di ottimizzazione delle risorse. La scuola forma però persone e le persone hanno bisogno di qualità. Al centro c’è lo studente e il suo sviluppo come individuo.”
Spiace che simili proposte avvengano ancora una volta in estate, quando l’attenzione sul mondo della scuola si abbassa.